Il Don Giovanni firmato da Carsen torna alla Scala

connessiallopera.it
4.05.2017

Procedono verso il tutto esaurito le prime rappresentazioni di Don Giovanni di Mozart, in scena al Teatro alla Scala per dieci recite dal 6 maggio al 6 giugnonell’allestimento pensato da Robert Carsen per l’inaugurazione della Stagione 2011/2012. Grande attesa per i molti debutti che contrassegnano la parte musicale: sono infatti alla loro prima esperienza scaligera il direttore Paavo Järvi (impegnato in questi giorni anche nel trittico formato dai balletti La Valse/Symphony in C/Shéhérazade), il protagonista Thomas Hampson, Hanna-Elisabeth Müller come Donna Anna, Anett Frisch come Donna Elvira. Giovani ma già di casa alla Scala sono invece Giulia Semenzato (Zerlina) e Mattia Olivieri (Masetto).


Lo spettacolo

Dalla prima versione di Tirso da Molina il mito di Don Juan ha attraversato la cultura dell’Occidente inserendovi un elemento inquietante fatto di erotismo, hybris, solitudine e declino. La versione di Mozart e Da Ponte ha dato alla figura del seduttore per antonomasia un nuovo rilievo, facendone una pietra miliare del nascente romanticismo ma anche, a decenni di distanza, un punto di riferimento del protoesistenzialismo di Kierkegaard che sarebbe stato ripreso da Camus. Proprio a queste riflessioni si rifà la lettura di Robert Carsen: Don Giovanni è una “centrale di energia” che muove l’azione ma la cui identità resta irrisolta: “chi son io tu non saprai”, dice a Donna Anna. In realtà, come emerge chiaramente dal dramma incompiuto di Camus, Don Giovanni ha capito che l’esistenza è un gioco senza regole e vive la vita senza freni né remore perché ne percepisce l’insensatezza. Non è quindi un personaggio esclusivamente negativo; la sua energia vitale sopravviverà alle convenzioni e agli infingimenti che dominano l’esistenza degli altri personaggi, e a lui spetterà l’ultima parola.

Il direttore

Nato in Estonia in una illustre famiglia di musicisti (celebre direttore d’orchestra il padre Neeme, e direttore anche il fratello Kristjan), Paavo Järvi, è alla sua seconda stagione come Direttore Principale della NHK Symphony con la quale ha realizzato una importante tournée europea e continua un progetto anche discografico (Sony) dedicato a Richard Strauss. Con la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen Järvi è invece impegnato in un ciclo brahmsiano per RCA. Nel 2016, al termine di un impegno di sei anni alla testa dell’Orchestrre de Paris, è stato nominato “Personalità musicale dell’anno” dai critici francesi. In precedenza era stato nominato “artista dell’anno” dalle riviste Gramophone e Diapason e aveva vinto due Grammy Award.

Il cast

Debutta in un’opera alla Scala Thomas Hampson. Nato a Spokane (Washington), ha iniziato la carriera tra Stati Uniti e Germania godendo tra l’altro dell’incoraggiamento di Leonard Bernstein, e si è imposto non soltanto tra i più versatili e raffinati artisti del suo tempo ma anche come intellettuale completo. Hampson ha cantato in tutti i maggiori teatri con i più grandi direttori, ha realizzato oltre 150 registrazioni ed è stato nominato “Living Legend” dalla Library of Congress, Membro Onorario della Royal Academy of Music a Londra, Kammersänger dell’Opera di Vienna e Professore onorario di Filosofia all’Università di Heidelberg. Con la “Hampsong Foundation” promuove il lavoro di giovani artisti e il dialogo tra culture.
Debutto scaligero anche per Hanna-Elisabeth Müller, giovane soprano di Mannheim in ascesa nei principali teatri europei. Oltre ad aver fatto parte della compagnia della Staatsoper di Monaco dal 2012 al 2016, nel 2014 ha debuttato al Festival di Pasqua di Salisburgo in Arabella ottenendo il Premio come miglior voce emergente della rivista Opernwelt. Nel 2015 ha debuttato alla Nederlandse Oper come Sophie in Der Rosenkavalier e al Metropolitan come Marzelline in Fidelio. I prossimi impegni includono la parte di Pamina a Monaco e al Metropolitan.
Dopo il debutto a 26 anni a Salisburgo sotto la guida di Nikolaus Harnoncourt, il basso-baritono Luca Pisaroni si è imposto tra i cantanti mozartiani più richiesti, ma anche come interprete di opere di Rossini, Bellini (recentemente La sonnambula a Vienna e I Puritani al Metropolitan) e recentemente Gounod (Faust a Vienna). Tra i prossimi impegni La pietra del paragone a Pesaro, Pelléas a Parigi, L’Italiana in Algeri e La Cenerentola a Vienna e Le nozze di Figaro al Metropolitan.
Nata nel 1986, Anett Fritsch ha studiato alla Mendelssohn Akademie di Lipsia e nel 2009 è entrata nella compagnia della Deutsche Oper am Rhein. Dopo il grande successo come Almirena a Glyndebourne e come Marcellina nelle Nozze al Real di Madrid, nel 2016 si è imposta come Contessa ne Le nozze di Figaro al Festival di Salisburgo e Alice in Falstaff al Theater an der Wien. I prossimi impegni includono Cherubino a Monaco e Micaëla al Covent Garden.
Bernard Richter è uno dei tenori mozartiani emergenti a livello internazionale. Dopo gli esordi in svizzera (a Bienne quindi a Lucerna) è stato per un anno nella compagnia dell’Opera di Lipsia e ha debuttato allo Châtelet di Parigi in due titoli di Offenbach diretti da Minkowski. È stato Tamino a Salisburgo (Harnoncourt), Londra e Berlino (Adam Fischer), Ottavio a Monaco e a Zurigo e nei prossimi mesi sarà Pelléas alla Staatsoper di Vienna con Daniel Harding.
Giulia Semenzato, proiettata in una brillante carriera internazionale dalla vittoria al concorso “Toti dal Monte” nel 2012, ha cantato alla Fenice ne L’eritrea di Cavalli con Stefano Montanari e nel 2015 Juditha triumphans. Alla Scala è stata applaudita in Lucio Silla con Marc Minkowski e in Falstaff con Zubin Mehta.
Mattia Olivieri. Nato a Sassuolo, dopo gli studi a Bologna e a Fermo inizia nel 2008 la carriera in teatri e festival italiani, lavorando tra l’altro con il direttore Michele Mariotti e i registi Henning Brockhaus e Damiano Michieletto. A Valencia ha cantato tra l’altro La Bohème (Schaunard) sotto la direzione di Riccardo Chailly. Ha cantato in Crispino e la comare (Fabrizio) a Martina Franca, La Bohème (Schaunard) a Sao Paulo, Don Giovannia Palermo, Così fan tutte (Guglielmo) e Il barbiere di Siviglia (Figaro) a Nizza, Carmen(Escamillo) al Carlo Felice di Genova, L’elisir d’amore (Belcore) a Cagliari. Nel 2015 ha cantato alla Scala ne La Bohème (dir. Dudamel) e ne L’elisir d’amore (dir. Luisi).
Nato a Lodz, Tomasz Konieczny inizia la carriera come attore (ha recitato anche con Andrej Wayda) studiando contemporaneamente canto a Varsavia e a Dresda. Dopo il debutto nel 1995 come Figaro nelle Nozze a Poznań si è rapidamente imposto in particolare in opere di Wagner e Strauss in teatri come la Bayerische Staatsoper (Alberich), la Wiener Staatsoper (Alberich, Telramund, Kurwenal, Wanderer, Wotan, Mandryka, Jochanaan) e a Dresda. Ha già cantato la parte del Commendatore al Festival di Salisburgo. Nei prossimi mesi tornerà a Vienna come Wotan, Wanderer e come Don Pizarro in Fidelio.

Ulteriori informazioni: Teatro alla Scala

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