Johannes Brahms / Ein deutsches Requiem op. 45 - Dvd C Major / Unitel
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Emanuele Lavizzari
July 2020
A distanza di centocinquant’anni Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms torna nel luogo in cui è stato eseguito per la prima volta, la Cattedrale di Brema. Era il 10 aprile 1868, il Venerdì Santo di quell’anno, e sul podio un giovane Brahms, allora trentacinquenne, con questa composizione avrebbe dato una svolta alla sua carriera. Non si tratta di un requiem con una finalità liturgica, bensì di un’opera sacra concepita per esecuzioni di tipo concertistico.
La Deutsche Kammerphilharmonie di Brema e il Coro di Stato della Lettonia con la direzione di Paavo Järvi hanno reso omaggio al musicista di Amburgo con un’esecuzione vissuta esattamente un secolo e mezzo dopo, le cui riprese a cura delle emittenti tedesche Salve Tv, ZDF/3sat con la coproduzione di Unitel sono state recentemente diffuse da C Major in Dvd o Blue-ray. In occasione di questo evento commemorativo il direttore di origine estone ha coinvolto un coro e un’orchestra costituiti dallo stesso organico impiegato da Brahms e li ha collocati nel medesimo spazio. Naturalmente ha dovuto affrontare gli stessi problemi acustici che possono verificarsi con un centinaio di strumentisti e cantanti in un ampio spazio chiuso come quello dell’imponente Duomo medievale di San Pietro nel centro storico di Brema. Sempre lucido e mai affrettato nelle sue scelte, Järvi ha cercato di farsi alleato il lungo tempo di riverberazione della cattedrale. La sezione orchestrale si è sempre espressa in maniera ben intelligibile, contenuta, talvolta in cerca di equilibrio, non sempre facile, e i cantanti del Coro di Stato lettone si sono dimostrati all’altezza.
Nel primo movimento ("Selig sind, die da Leid tragen", “Beati gli afflitti”) e nel secondo ("Denn alles Fleisch, es ist wie Gras", “Poiché tutta la carne è come l’erba”) emerge il carattere solenne e meditativo che permea tutta la composizione con un’orchestra e un coro straordinariamente affiatati. Ma questo clima trova anche slanci virtuosistici e parentesi più ariose nei momenti in cui la partitura prevede l’intervento di solisti. Nel terzo movimento ("Herr, lehre doch mich", “O Signore, istruiscimi”) e nel sesto ("Denn wir haben hie keine bleibende Statt", “Poiché qui siamo privi di una stabile dimora”) interviene il primo solista, il baritono tedesco Matthias Goerne. Espressivo e determinato, ha dimostrato di essere un profondo conoscitore della partitura e ha conferito sicuramente un valore aggiunto all’esecuzione. Il soprano di origine rumena Valentina Farcas, intervenuta nel quinto movimento ("Ihr habt nun Traurigkeit", “Voi ora siete tristi”), si è rivelata impeccabile nel fraseggio, con una dizione e un legato perfetti, ed è stata decisamente al livello di Goerne, cosa non del tutto scontata. Nel quarto movimento ("Wie lieblich sind deine Wohnungen", “Quanto gradevoli sono le tue dimore”) interviene solo il coro in un momento particolarmente luminoso del Deutsches Requiem, un canto di lode con un carattere quasi pastorale in certi passaggi. Il settimo e ultimo movimento ("Selig sind die Toten", “Beati sono i defunti”) evoca la pace celeste e conduce alla promessa finale di beatitudine e di consolazione.
Al termine dell’esecuzione, dopo l’accordo conclusivo dell’orchestra, preceduto dagli arpeggi ascendenti delle arpe, è calato un lungo silenzio nella Cattedrale di Brema, gremita in ogni ordine di posti, quasi come se nessuno osasse interrompere quel clima meditativo e raccolto con il primo applauso. Come voleva Brahms, la musica del suo requiem, più che accompagnare le lacrime della morte, ha celebrato ancora una volta la gioia della vita.
Un’interpretazione sentita e coerente allo spirito della composizione da parte dei solisti, del coro, dell’orchestra e del loro direttore è racchiusa in un Dvd che verrà sicuramente apprezzato dagli amanti della musica sacra e non solo.
Emanuele Lavizzari
July 2020
A distanza di centocinquant’anni Ein deutsches Requiem di Johannes Brahms torna nel luogo in cui è stato eseguito per la prima volta, la Cattedrale di Brema. Era il 10 aprile 1868, il Venerdì Santo di quell’anno, e sul podio un giovane Brahms, allora trentacinquenne, con questa composizione avrebbe dato una svolta alla sua carriera. Non si tratta di un requiem con una finalità liturgica, bensì di un’opera sacra concepita per esecuzioni di tipo concertistico.
La Deutsche Kammerphilharmonie di Brema e il Coro di Stato della Lettonia con la direzione di Paavo Järvi hanno reso omaggio al musicista di Amburgo con un’esecuzione vissuta esattamente un secolo e mezzo dopo, le cui riprese a cura delle emittenti tedesche Salve Tv, ZDF/3sat con la coproduzione di Unitel sono state recentemente diffuse da C Major in Dvd o Blue-ray. In occasione di questo evento commemorativo il direttore di origine estone ha coinvolto un coro e un’orchestra costituiti dallo stesso organico impiegato da Brahms e li ha collocati nel medesimo spazio. Naturalmente ha dovuto affrontare gli stessi problemi acustici che possono verificarsi con un centinaio di strumentisti e cantanti in un ampio spazio chiuso come quello dell’imponente Duomo medievale di San Pietro nel centro storico di Brema. Sempre lucido e mai affrettato nelle sue scelte, Järvi ha cercato di farsi alleato il lungo tempo di riverberazione della cattedrale. La sezione orchestrale si è sempre espressa in maniera ben intelligibile, contenuta, talvolta in cerca di equilibrio, non sempre facile, e i cantanti del Coro di Stato lettone si sono dimostrati all’altezza.
Nel primo movimento ("Selig sind, die da Leid tragen", “Beati gli afflitti”) e nel secondo ("Denn alles Fleisch, es ist wie Gras", “Poiché tutta la carne è come l’erba”) emerge il carattere solenne e meditativo che permea tutta la composizione con un’orchestra e un coro straordinariamente affiatati. Ma questo clima trova anche slanci virtuosistici e parentesi più ariose nei momenti in cui la partitura prevede l’intervento di solisti. Nel terzo movimento ("Herr, lehre doch mich", “O Signore, istruiscimi”) e nel sesto ("Denn wir haben hie keine bleibende Statt", “Poiché qui siamo privi di una stabile dimora”) interviene il primo solista, il baritono tedesco Matthias Goerne. Espressivo e determinato, ha dimostrato di essere un profondo conoscitore della partitura e ha conferito sicuramente un valore aggiunto all’esecuzione. Il soprano di origine rumena Valentina Farcas, intervenuta nel quinto movimento ("Ihr habt nun Traurigkeit", “Voi ora siete tristi”), si è rivelata impeccabile nel fraseggio, con una dizione e un legato perfetti, ed è stata decisamente al livello di Goerne, cosa non del tutto scontata. Nel quarto movimento ("Wie lieblich sind deine Wohnungen", “Quanto gradevoli sono le tue dimore”) interviene solo il coro in un momento particolarmente luminoso del Deutsches Requiem, un canto di lode con un carattere quasi pastorale in certi passaggi. Il settimo e ultimo movimento ("Selig sind die Toten", “Beati sono i defunti”) evoca la pace celeste e conduce alla promessa finale di beatitudine e di consolazione.
Al termine dell’esecuzione, dopo l’accordo conclusivo dell’orchestra, preceduto dagli arpeggi ascendenti delle arpe, è calato un lungo silenzio nella Cattedrale di Brema, gremita in ogni ordine di posti, quasi come se nessuno osasse interrompere quel clima meditativo e raccolto con il primo applauso. Come voleva Brahms, la musica del suo requiem, più che accompagnare le lacrime della morte, ha celebrato ancora una volta la gioia della vita.
Un’interpretazione sentita e coerente allo spirito della composizione da parte dei solisti, del coro, dell’orchestra e del loro direttore è racchiusa in un Dvd che verrà sicuramente apprezzato dagli amanti della musica sacra e non solo.
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